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Nelle piazze di Capovana, Montagna, Porto e Portano-

    in Grecia, s’insignorì di Mutine, Corfù, Corinto, dell’Acaia, della Morea e di Tebe; delle quali vittorie sopratutto egli fu sì glorioso che volle s’incidesse sopra la sua spada quel famoso verso

    Appulus et Calaber, Siculus mihi servit et Afer.


       Nell’anno 1151 Guglielmo I fu coronato in Palermo, come suo padre, il quale per avergli lasciato una signoria composta e temuta, fu innocente cagione della poca operosità del figlio in mantenerne saldi gli ordinamenti. Laonde, datosi tutto a’ piaceri di voluttuosa corte, abbandonò le cure dello Slato al suo Ministro Maione. Questi, infedele al Sovrano, nutrendo in cuor suo la speranza di premere un trono, raccolse l’odio delle Sicilie nella persona del Re; onde che, travagliando i Baroni con ingiusti e crudeli ordini, aggravando il popolo con insopportabili tasse, e ponendo dappertutto tradimenti e perfidie, fece che la nazione Siciliana desse a Guglielmo il soprannome di Malo, Ma pessimo fu il suo Ministro, il qual nell’atto che rompeva in aperta ribellione, incontrata la morte, lasciò un reame tutto perturbato da civili discordie. Napoli accolse il suo Sovrano, quando, ricordatosi esser figliuolo di Ruggiero, venne combattendo i sollevati Baroni, e respingendo le ingiurie dell’Imperator greco e de’ legati di Roma, che gli facevano acerbissima guerra. Vinto i nemici, e composto le cose di fuori, intese anche a ragioni di pace con Adriano IV in Benevento.
       Correva l’anno quattordicesimo dell’età sua Guglielmo II, allorchè al 1166 fu coronato nella Cattedrale di Palermo da Romualdo Arcivescovo Salernitano, chiamato dalla Regina al solenne officio: questo Prelato fu poi lo storico della gente normanna. Di costume assai diverso dal padre, il giovine Re crebbe lavorandosi il cuore alle più belle e regali virtù, e, perchè umano generoso e clemente, fu dalla voce comune addomandalo il Buono, La pietà ond’era sopratutto ispirato, mosselo a mandar soccorsi a Papa Alessandro III in Roma, perchè uscir potesse di quella città, dove l’Imperator d’Alemagna tenevalo assediato: ancora spedì numerosa flotta in Oriente per aiuto de’ Cristiani, contro di Saladino Sultano di