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NOTIZIE DELLE ARMI DI NAPOLI.

In tempo de’ Greci l’impresa, o armi della Città era un bue con una testa umana, con una Fama che lo co-

       Leggiamo di fatti in un marmo:

              Agli Dei Fretori de’ Cumani.

       In un altro

              Agli Dei Augustali, ed agli Dei Fretori, i Teodati.

       Secondo il nostro Stazio poeta, tra gli Dei patrii dovevasi annoverare prima d’ogni altro Apollo, recato all’Ausonia dalle navi degli Abbati, di cui anche a’ tempi suoi la felice Eumelide, cioè Cuma, adorava la colomba che posavasi sull’omero. E questi Abanti sono i Calcidesi fondatori di Cuma, ch’ei chiamò Eumelis quasi dicesse la terra di Eumelo, perchè Apollo si adorava a Cuma col nome di Eumelo. Nel toccar della Fratria degli Eumelidi accennammo quel marmo indicante la statua dedicata ad Eumelo da Tito Flavio Pio con Tito Flavio suo figlio.
       Stazio nomina Cerere, recata a Napoli dagli Ateniesi, ed anche i Dioscuri fra noi adorati meglio che nol furono sul Taigeto e a Terapne; il che potrebbe farci arguire un’altra colonia Spartana quì venuta. Finalmente a dimostrare sempreppiù che questi erano i numi de’ primi stranieri, ei gli appella Penati e conchiude:

              Hos cum plebe sua patrii servate Penates.

    Oltre agli Dei da Stazio mentovati, Napoli adorò Bacco col nome di Ebone, al quale come a nume presentissimo Tito Giunio Aquila iuniore consacrò un monumento. Che Partenope era come Diva onorata, lo imparammo già da Licofrone. Furono eziandio venerati appo noi Nettuno, Diana, Vesta, Orione, e parecchie divi-