Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/34

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La settima fu fatta nell’anno 1270 da Carlo I. d’Angiò; il quale chiuse il mercato che prima stava fuori, dentro le mura; e le fece estendere dalla parte della marina, fino

    Oltre questi in tempi più recenti troviam rammentato il Porto di S. Vincenzo posto nelle vicinanze della Torre già detta, ed il Porto dei Provenzali posto dalla parte di S. Lucia. Delle opere posteriori finalmente non occorre qui parlare, non menando ad alcuno schiarimento della materia che trattiamo.
       Da tutte le cose di sopra esposte sembra adunque abbastanza dimostrato, che la nostra città al tempo de’ Romani fosse alquanto più estesa verso mezzogiorno ed occidente di quello che comunemente si crede, sia che la linea delle mura dovesse più in là situarsi, sia che, come pare più verosimile, in quei siti fosse esistito quel sobborgo, di cui favella Filostrato verso il terzo secolo dell’era volgare. Collocata sull’alto, essa aveva il Porto sottoposto, ed era difesa da mura solidissime, che, secondo il dire di uno storico, facevano rilevare l’antica potenza del popolo che l’aveva fondate. De’ magnifici edificii che l’adornavano non facciam parola per non dilungarci dal nostro argomento; Solo vogliam rammentare che da Cicerone (Pro Rab. Post. c. x.) vien chiamata celeberrimum oppidum, e più tardi da Giuliano Imperadore (nel Misopog.) si diceva popolosissima, il che notiamo, onde dimostrare non essere stata una tanto piccola città, quanto alcuni vorrebbero supporre.
       Stabilito così per quanto è possìbile l’antico sito di Napoli possiamo ora discendere a divinare il luogo, dove era posta Palepoli prima che fosse in parte distrutta, ed in parte ridotta a sobborgo della vicina città.
       Analizzando il racconto di Livio, si rileva in prima che Palepoli ai tempi del medesimo non più esisteva. Palaepolis fuit, dic’egli, e quindi non può accogliersi l’opinione del Pellegrino che congetturò essersi Palepoli e Napoli riunite in una sola città ai tempi di Augusto, che sono gli stessi dello storico. Si rileva che fu non molto lungi dal sito, ove allora era Napoli haud procul inde uhi nunc Neapolis sita est; e con ciò Livio, volendo indicare il sito di Palepoli che non più esisteva, si riporta a quello di Na-