Pagina:Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli.djvu/88

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stieri: in modo che questi vi fan del bene; sono ingegnosi ed atti ad ogni mestiere in maniera, che se il lusso

    ancora alle piante indigene annuali e perenni di struttura delicata. Il massimo caldo, già innanzi notato, fa perire o intristire le piante dell’Europa settentrionale, delle Alpi, e parecchie che stanno sugli alti gioghi degli Appennini. Ma perciocchè la temperatura giunge di raro a questi termini, noi veggiamo prosperare nel suolo di Napoli, in campo aperto, poco meno come nel luogo nativo, moltissime piante delle principali parti della terra. Le quali piante non si potendo qui tutte da noi noverare, ne porremo alcune come pruova di quello che si è detto, e di differenti luoghi dove si coltiva piante esotiche, e dove le differenze di temperara sono piuttosto rilevanti, comechè non molto tra loro lontani. Diremo adunque vedersi da per tutto ne’ giardini facilmente coltivate camelie, ortenzie, ed altre piante del Giappone; iridee, gigliacee, cactee , pelargoni, mesembriantemi, pittospori, erba vainiglia, non che tante altre piante del Capo di Buona Speranza, e magnolie liriopendri, ed altre dell’America settentrionale, come osservare si possono al Vomero, a Capodimonte, a Chiaia, all’Orto botanico, ed in altri siti deliziosi della città e de’ dintorni.
       L’azione de’ venti può molto ancora sulla vegetazione in genere massime sopra quella delle piante esotiche. I venti che dominano sono gli australi, siccome notammo, e questi arrecano con essi il caldo e l’umidità ancora, passando sul mare interposto tra la Sicilia e Napoli. Egli può stare che l’aria umida sia la cagion principale per cui tante sorte di acacie eucalipti, metrosideri, melaleuche, ed altre piante della Nuova-Olanda appresso noi fanno rigogliosamente in campo aperto; mentre a Palermo, volendo fare una comparazione, comechè tra questa città e Napoli ci sia pochissima differenza di temperatura, muoiono subitamente in tempo di estate, o vivono pochi anni e languidamente. Perciocchè essendo quelle molto fronzute, sempre verdi, e piuttosto abbondevoli di parti fibrose, e con poche e superficiali radici a petto dell’ampia cima che esse fanno, dove l’aria sia calda e secca perdono di leggieri il poco umido che si hanno ed intristiscono.
       Il suolo di Napoli, da per tutto dr natura vulcanico e discioto, vuol esser distinto in quello antico coltivato e fertilissimo,