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rona; come in molte anliche monete si vede. E sotto di questo vi stava scritto in greco Partenopon, e dall’altra
nità del credulo Egitto, massime a cagion degli Alessandrini che qui commerciavano. Epperò lapide sursero ad Anubi, Oro, Arpocrate, Serapide, Iside ed a Mitra. Ebbero pur tempio ed altare Mercurio, Castore e Polluce, Ercole, Venere Doritide, la Fortuna Napolitana, Antinoo, Priapo, la Dea Libera, e non mancò di adoratori il nume Lampasco per quanto si ha da Petronio; e forse anche i riti funebri di Adone nella nostra città celebrati da Tettia Casta, della quale si è fatto cenno nella descrizione delle sacre consorterie di essa.
Adoravasi ancora un Giove Piazzo, oscurissimo nome, anche dopo le indagini del ch. nostro Mazzocchi, che interpetrollo per Giove Tonante, e che forse crederebbesi errore dell’artefice, se una volta soltanto fosse nel monumento che ce ne dà notizia; ma si ripeteva in due facce della stessa base. Nella prima, che ora è nel Museo Reale, si ha:
Flavius. Antipater
Una. Cum. Flavia. Artemisia. Uxore
Et. Alcide. Lib.
Asclepium. Et, Hygiam
Iovi. Fiazzo. Votum
Nell’altra, che fu segnata, ed è perduta, leggevasi:
Flavius. Antipater
Una. Cum. Flavia. Artemisia. Uxore
Iovi. Fiazzo. Votum. Solvit.
Ebbe voti, secondo il Martorelli, la nostra Montagna di Somma trasformata in
Giove Sommano:
Iovi O. M.
Summano
Exuperantissimo