Pagina:Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono.djvu/44

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vasi dei Corinti, nè l’opere di Pisa, nè di Castelli della Valle Siciliana d’Abruzzo, nè d’altri luoghi in sottigliezza di lavoro, nè bellezza»1.

Però giunta a tale perfezione, alla fine del secolo XVI scadeva l’arte ceramica in Italia: e le officine di sopra mentovate furono poco men che dismesse, tra per la morte dei Principi che le proteggevano, e degli artisti che le illustravano. Non così avvenne di quelle di Castelli, che seguitarono ad essere in fiore e lodate, come afferma Muzio Panza: il quale, parlando della patria del Cardinale Antoniani, nella iscrizione che per lui compose nel 1592, così si esprime:

ex celeberrimo, ob figvlinam

artem, castellorvm oppido

in valle sicilia, pinnensis diœcesis orivndvs, ecc.

In prosieguo i nostri artisti, se non accrebbero, seppero almeno mantener la fama procurata alla patria industria dai loro maggiori. Infatti, secondochè dice il Toppi, le maioliche di Castelli erano celebri in tutta Italia2: e poco dipoi il Pacichelli scriveva che i vasi di questo paese erano molto simili a quelli di Faenza3.

Eletta schiera di buoni ingegni sorse in Castelli nel secolo XVIII, i quali con grande zelo ed amore rivolti

  1. V. Cronica generale di Spagna, pag. 84 e 85 — Venezia 1556: e Passeri, Ist. della pitt. in maiol. pag. 51 — Pesaro 1838.
  2. V. Biblioteca Napoletana, pag. 283. — Napoli 1678.
  3. V. Il Regno di Napoli in prospettiva, tom. 3. — Napoli 1703