Pagina:Notizie storiche delle maioliche di Castelli e dei pittori che le illustrarono.djvu/67

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piace di qui riportarla con le sue stesse parole. «L’incarnatura si deve far variata, cioè con poco rosso (giallo arancio) nell’ombre delle donne. Si deve però da quando in quando, dove fa più l’ombra, calcar la mano. L’incarnatura d’uomini si deve far col rosso e nero, e si deve calcar la mano delli colori. Sopra l’incarnature tenere si ci dà solo azzurro e rosso, e nell’ombre più cariche qualche botta di nero». Però non è da tacere che quelli, che hanno gli occhi in ciò dilicati, restano offesi dal soverchio uso, che i nostri artisti spesso fecero del giallo; colore poco gradevole e non sempre vero: e si dolgono della languidezza del colorito in che per lo più essi caddero, perchè non potendo far uso delle tinte forti e vivaci, furono costretti a rischiarare tutte le altre, acciò stessero in tono.

Passando ora a parlare delle diverse specie di pittura, vedremo che quasi tutte furono prese a trattare dagli artefici castellani.

Pittura storica. Furono valenti nel dipingere le istorie, e segnatamente si piacquero di ritrarre i fatti biblici, ora colorando disegni proprii, ed ora servendosi degli altrui. Conservasi nel Museo Pasolini un nostro quadretto in maiolica ammirevole per la sua composizioni ricca di oltre a cinquanta figure: esso è alto un piede e largo due, e rappresenta Mosè che mostra le tavole della legge al popolo ebreo. Furono i nostri pittori assai studioso del disegno, perciò nelle figure, e specialmente in quelle nude, è ben intesa la corrispondenza e proporzione delle membra, le quali sono sì dolcemen-

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