Pagina:Notizie sulla vita del conte Pietro Verri.djvu/52

Da Wikisource.

> 48 <

continua difesa personale. L’astuzia seppe destramente malignare: e quella rivoluzione delle Ferme, che non si era prima creduto possibile il farla senza danno gravissimo dell’erario, fatta che fu coll’opera di lui non si trovava abbastanza lucrativa. Ecco perchè annojato, alla fine chiese egli stesso di essere liberato dal peso di amministrare, e questo era quello che si bramava che egli facesse„.

Si portò l’animosità al segno contro l’emerito Magistrato, che la Conferenza Governativa nel decidere sulla competenza della sua pensione la limitò al terzo del soldo, sul motivo che mancavano alcuni mesi al compimento de’ 25 anni di regio servizio, benchè si avesse l’esempio del consigliere Schreck, che era ben lungi dall’essere un Verri, cui si era fatto grazia di due anni1. Ma, restituito a sè stesso, mostrò che il fasto delle

  1. Così anche col proprio esempio confermò il giudizio ch’egli avea dato dell’ingratitudine che animava gli uomini potenti tra’ suoi concittadini, così esprimendosi in una Memoria inedita: “Comparve Paolo Frisi, e si dovette rifugiare nella Toscana; comparve Maria Gaetana Agnesi, e si dovette occultare in un ospedale; comparve Cesare Beccaria e se non avesse avuta la precauzione di far stampare a Livorno l’opera sua Dei delitti e delle pene e tenerla da principio da Milano lontana, sicuramente sarebbe stato vittima della ragione„. — Bianchi, Elogio, ec. p. 280.