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Pagina:Novella di Marabottino Manetti.djvu/14

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8 novella

s’erano sì bene portati del primo servigio che lui e 'l messere l'aveano richiesti et che eglino doveano avere dormito tutta notte come ebbri ch’egli doveano essere della sera, minacciandoli li cacciò via. Et rivoltosi a messere lo prete, disse: non vi date maninconia che per questo non resterò io che noi non cogliamo il malfattore. Io lo costrignerò che stanotte egli vi venghi a torre la camicia di dosso, sì che fate di stare attento, che quando egli viene per torvela, voi lo conosciate, e così potremo poi metterlo nelle mani del rettore. Domine faccia che voi non vi risentiate quando ve la caverà di dosso e che voi nollo conosciate. A cui il prete facciendosi molto gagliardo rispose, che non ch’egli avessi animo di stare attento, ma che li basterebbe la vista di metterli le mani a dosso e’ fussi chi si volessi, e avessi nome come sapessi, faciessi pure di venirvi. Rispuose Tommaso: io lo costrignierò che se li crepassi el cuore e’ converrà ch’egli vi venghi, e faretene poi a vostro senno; ma fate che noi abiamo bene che ciena voi et io, e lasciate poi fare a me. E partitosi dal messere se n’andò a desinare de’ buoni polli e paperi insieme col Bodolina e Piero Tanaldi; e quivi compostosi ciò che fare aveano ordinorono una farinata un poco stemperata e gialla, et postola in una pentola appres-