Pagina:Novelle (Vettori).djvu/15

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novella seconda 11

insanguinato; ed appunto com’era seguita la sua morte le narrò, e che si guardasse che Tiberio non l’ingannasse come aveva ingannato lui, e disparve. La Lucrezia inteso il caso, con virile animo il marito determinò di vendicare, e cominciò a prestare orecchia alla donna che le aveva parlato, ed a Tiberio far buon viso, talmente che la messaggera, preso animo, l’amore che Tiberio le portava le scoperse; di che la Lucrezia mostrandosi lieta, la sera che da lei dovesse venire compose, ed ordinato un pasto glorioso e vini eccellenti, aspettò la sera Tiberio, il quale venuto, e cominciando molto bene a mangiare e bere, sendo il vino un poco oppiato, non ebbe appena finita la cena che s’addormentò. La donna fattolo mettere in un letto, quando lo vide profondato nel sonno, con un ago tutti due gli occhi gli trasse, e serrata molto bene la camera, di quella uscì; e come fu giorno, andatasene alla sepoltura del marito, e quivi come fosse successa la morte del marito narrato, se stessa con un coltello uccise. Il misero Tiberio sendo privato degli occhi, ed il caso già divulgato per Verona, fu preso dalla famiglia del Potestà, ed esaminato, confessando, fu punito di pena capitale.