Pagina:Novelle (Vettori).djvu/18

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14 novella terza

tempo gli chiamerebbe, acciocchè Nicodemo non pigliasse sospetto. Nè stette molto che in camera di Nicodemo al buio se n’entrò, e con esso si mise nel letto, e cominciolli a fare tante carezze, che Nicodemo si maravigliò, perchè la Ferretta sua non era usa a far così; pure fece il debito suo e più d’una volta. L’Angiola per aver causa di levarsi quando le pareva tempo, quando entrò in camera legò all’uscio una corda, e la portò al letto perchè tirandola facesse rumore; e volendosi partire tirò la corda, e l’uscio fece rumore, ed ella ebbe causa di levarsi per vedere che cosa fosse, e tolti piano i panni suoi, andò dalla Ferretta e le disse ch’era tempo. La quale mal volentieri dal suo amante si partì, perchè le parve che la trattasse altrimenti che Nicodemo; pure per non dar ombra, al lato al marito tornando, e per mostrare non essere stata con altri, gli fece più carezze non soleva, onde egli disse; donna, bisognerebbe che io fossi più giovane a contentarti; ora mi ti levi d’accanto per il rumore sentisti, e di nuovo torni a darmi fastidio. La Ferretta a queste parole stette sospesa pensando a quello volesse dire il marito, e le venne in fantasia quello che appunto era seguito, ma trovandosi in colpa non volle rimescolare que-