Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/33

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la memoria di vostro marito, certo l’ho fatto con le migliori intenzioni del mondo, e non so comprendere perchè il vostro giovane cognato se ne mostri scontento. Se disprezza in così fatto modo un fratello maggiore, figuriamoci come tratterà voi! — Io ve ne dirò la ragione, disse allora la vedova Sciu-ceng a suo padre: quando il povero Ko-ciung giaceva ammalato, egli mi esortò un giorno a trasportarlo dalla nostra camera alla biblioteca. Io, che voleva star presso a mio marito per essere pronta a servirlo in ogni occorrenza, non acconsentii. Venuto questi a morte, Ko-sin per averlo io contrariato mi prese in tanta avversione, che da un anno in qua non è mai venuto a farmi visita. Eppure, prima di morire, mio marito non mancò di raccomandarmi a lui caldamente! E se ora mi tratta a questo modo, come ci potremo aspettare qualche cosa di buono da lui? — Udite queste parole della figlia, il mal animo di Kuang-kuo contro Ko-sin s’accrebbe senza misura.

Come si fu a celebrare l’uffizio, e quando esso era già sul finire, al momento cioè d’intonare le ultime preghiere all’anima del defunto, Kuang-kuo ritornò dalla figlia per invitarla a venire, dicendole: I taosse celebranti sono tutti, può dirsi, gente di casa e parenti; senza ostacolo dunque tu puoi lasciare le tue stanze per venire ad inchinarti dinanzi all’anima. Sciu-ceng che, immersa nella tristezza, sentiva già il bisogno di sfogare la piena del dolore che la travagliava, udite le parole del padre, di gran cuore, e tutta in lacrime, accorse, e si prostrò divotamente innanzi all’ombra del caro estinto.

L’atto gentile e pio di quella bella addolorata destò un’amorosa pietà nel cuore di tutti gli astanti. Solo quel fetido frate di Yen Hoa-yuen, al primo vederla, disse in cuor suo: Capperi! avevo sentito dire che la signor Sciu-ceng fosse la più bella donna del nostro secolo; or quantunque io la vegga così per casa, e dopo tanti giorni passati nel dolore di un lungo lutto, pure, così com’è, ella è davvero fra le belle sovrana. Or che sarebbe a vederla senza tristezza, senza cordoglio! Che sarebbe a intrattenersi giocondamente con lei! Come un uomo non ne morrebbe di voluttà? — Così trascinato il frate da’ suoi