Pagina:Novelle cinesi tolte dal Lung-Tu-Kung-Ngan.djvu/46

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(10) Tu-pi-ziang la punta dello smussato pennello. Questa locuzione implica il senso di incapacità, per mancanza di abilità, ingegno o studio, di svolgere pienamente un soggetto, o di scrivere con vivezza ed eleganza. Così, come noi diciamo è una cattiva penna, per è uno scrittore da poco, il cinese dirà è un pennello smussato. È noto il pennello essere lo strumento col quale i cinesi scrivono.

(11) Ritornò: con che si vuol dire in senso buddistico, che questa non era la prima esistenza di Ko-sin.

(12) Dal tenore della precedente accusa sarà stato facile accorgersi che lo scrittore intromette al racconto queste suppliche, accuse e sentenze per isfoggiar d’eloquenza, o piuttosto, di rettorica; e non di rado, anche per fare il bello spirito. Ma non sarà ugualmente facile che il lettore si formi un’idea della difficoltà che presenta la traduzione di questi squarci. Oltre al formicolarvi le locuzioni proverbiali e poetiche, raramente dichiarate dai dizionari che qua è possibile avere a mano, la stampa del testo, per di più, suol essere in questi brani più trascurata che altrove, massime quanto alla interpunzione. E questo avviene perchè, essendo quelle frasi sempre le stesse e di un valore altrettanto noto ai letterati di là quanto ignoto a noi, scrittori e stampatori credono superfluo l’usare d’accuratezza ortografica nel riprodurle.

(13) A bello studio abbiamo conservato i leziosi bisticci e le pedantesche antitesi dell’originale.

(14) Ci, il fagiano dorato: si vuole intendere metaforicamente i magistrati virtuosi e onorevoli, come si può rilevare anche dalla locuzione seguente riprodotta dal Morrison nel suo dizionario: Sang-hia-yeu-siun-ci-ci-i, the strange phenomenon of the gold pheasant unalarmed beneath the mulberry, — a state of peace by the virtue of the presiding magistrate. (Morr. Dict., par. II, p. 691).

(15) Col pesce si vuol intendere l’innocente còlto dalla calunnia; con l’oca selvaggia il colpevole involatosi alla giustizia dei magistrati. Quest’ultima si trova spesso nei racconti cinesi a far le parti di cattivo soggetto; si confronti a tal proposito il 14° capitolo del romanzo Yu-kiao-li, tradotto da Stanislao Julien.