Pagina:Novelle lombarde.djvu/56

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tita, con parole e più cogli sguardi commosse il marito ad assumerne le difese.

Veramente, allorchè si vedono in lotta il debole e il forte, non la carità cristiana, ma certo la prudenza umana insegna a pigliare la parte del secondo e giudicar reo e ribaldo il fiacco, se non altro perchè ardisce resistere. Ma la generosità della gioventù e la franchezza d’un’anima ben educata facevano don Alessandro inchinato alla parte del paziente; al che aggiungendosi il pregare della sposa e il sinistro concetto in che era tenuto il feudatario, non esitò a chiarirsi campione di que’ meschini. Colla maggior creanza di modi, venuto adunque allato a don Alfonso, — È lecito sapere qual sia la colpa di quegli sciagurati?»

La collera aveva già invaso l’animo dell’Orso al trovarsi impedito nella giustizia, com’egli ed altri chiamavano la vendetta: onde, a guisa di sparviero che vede la colomba abbandonare il sicuro nido, egli vibrò l’occhio sulla fanciulla quando si scostò dall’asilo, nè punto badando al Sirtori, con un sogghigno ove mescevasi il pensiero atroce col pensiero lascivo, — Ah! ah! (disse) ci sei venuta da te stessa, eh? Animo, cacciatori; essa pure è complice; pigliatela, e portatela dritto in castello».

Parve atto scortese e crudele al giovane cavaliere, prima il non rispondergli, ed ora il voler levare quella fanciulla dalle braccia d’una dama; onde, col morbido della voce mitigando un cotal poco la precisione delle parole, — Signore (esclamò) vorrei sperare che la cortesia e l’onestà di un cavaliere le fossero abbastanza conosciute».

Misurollo quell’altro con bieca guardatura, e