Pagina:Nuovi poemetti.djvu/189

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gli emigranti nella luna 173



canto sesto

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i


Più che mezza la luna era, e più ore
restava su, tra l’iridato alone,
3e le notti imbevea del suo pallore.

E sonava il fragor d’un acquazzone,
sempre: era il fiume che la terra brulla
6fendea, cantando la sua gran canzone.

Rimpennava ogni tiglio, ogni betulla.
Era la primavera, era lo sgelo.
9E, una sera, uno esclamò: “Fanciulla!

Dov’è colui che sa le vie del cielo?
La luna è là. Le cose ormai son fatte„.
12Ciascuno attese. Anche quel vecchio, anelo...

“Oh! no! Restiamo! O madre che si batte
perchè ci nutra! O madre che si lascia
15se non dà pane, dopo dato il latte!„