Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/15

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XVI PREFAZIONE

supremamente sintetico, che dominerebbe, come genere le specie, i colori e i suoni. E può ben darsi che esista; ma subcosciente. Certo, come si affaccia alle soglie della coscienza, qualsiasi impulso artistico appare specificato in aspetto pittorico o musicale; e la prevalenza dell’uno e dell’altro determina appunto il diverso carattere del pittore e del musicista.

Il primo d’essi, il pittorico, avendo il suo substrato nell’assorbimento dei colori e delle forme, tende a proiettarsi nello spazio, svolgendosi in immagini statiche, che hanno stretta aderenza con le immagini del mondo obiettivo.

L’altro, il musicale, prende pochissimi elementi dal mondo obiettivo, e trova la sua fonte principale nel misterioso abisso delle emozioni dei sentimenti e delle passioni; e tende a proiettarsi nel tempo, svolgendosi in immagini che vivono della mobilità, e che non hanno veruna relazione, o remotissima, con le immagini del mondo obiettivo.

Questi impulsi, i quali doveron sussistere distinti anche quando l’uomo non conosceva altro mezzo d’espressione se non il grido inarticolato, trovano via via ciascuno il suo legittimo corso. L’impulso pittorico trova la superficie da incidere o da segnare, l’argilla da modellare, le terre e i succhi dell’erbe per emulare i giuochi della luce. L’impulso musicale trova le proporzioni della voce, i giunchi forati, le fila tese, le làmine percosse.

Ma simultaneamente si andava sviluppando anche il linguaggio articolato, che, oltre ai suoi uffici pratici, appare materia da gittarvi ogni impressione artistica. E in questo ufficio la parola è in funzione di colore e di suono. È, in certo modo, un ripiego. Meno diretta e possente della pittura a lineare i fantasmi pittorici, meno della musica a seguire docilmente le infinite ondulazioni degli intimi impulsi, si avvantaggia però di fronte all’una e all’altra, perché le congiunge in sé, dando il volo della musica alle immagini della pittura.