Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) I.djvu/16

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PREFAZIONE XVII


Inteso questo principio, si vede bene che cercare le qualità fondamentali e caratteristiche d’un poeta significa cercare quale pittore e qual musico si nasconda nelle sue parole.

Ed anche si vede bene che il poeta ha una sua via propria, situata quasi in mezzo a quelle della musica e della poesia. E s’intende come possa mantenersi in essa rigorosamente, oppure deviare, continuamente o ad intermettenze, verso una delle altre due.

Ora una caratteristica dell’arte di Pindaro è l’avvicinarsi con impulso costante ed energico, ai procedimenti delle arti del disegno.

Cosí, per esempio, quando narra un’azione, non ne espone i varî momenti in gradazione temporale, né congiunti da nessi logici; bensí li dipinge in tanti quadri ben distinti l’uno dall’altro. Evadne, la giovinetta figlia di Posidone, affidata al re d’Arcadia Apito, e amata da Apollo, concepisce Iamo (O. VI. 36).

Né sino all’ultimo eluse
ad Àpito il germe divino.
Egli, premendo nel cuore furore indicibile, punto
da cruccio acutissimo, andò
a Pito, per chiedere al Nume
consiglio nell’onta insoffribile.

E poi, senza una parola di connessione, passa ad una scena remota da questa per tempo e per luogo:

Ed essa, deposta la zona
di porpora e d’oro, e la càlpide
argentea, sotto una macchia
cerulea die’ a luce un fanciullo
di mente divina.