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14 LE ODI DI PINDARO


grazie ai poeti che allora quivi eran presenti. Né astennero
dalle comune tenzoni la curva quadriga;
ma ne l’agon panellènico, di quanto in corsieri largirono
raccolsero il frutto.
È ignoto il silenzio di chi non si prova;


Epodo

ma ignota è pur anche fortuna di chi si cimenta,
se prima la mèta suprema
non tocca; ché il bene s’alterna
col male; ché l’arti del debole
soverchiano spesso il piú forte. V’è nota la furia cruenta
d’Aiace, che a notte profonda,
trafittosi sopra la spada, raccolse da tutti gli Ellèni
che a Troia convennero, biasimo.


IV


Strofe

Ma lo coperse d’onore fra gli uomini Omero, che tutte,
a ristorare sua fama, narrò sue prodezze nei numeri,
nelle divine parole che i posteri godon cantare.
E van perpetui degli uomini sui labbri gli egregi
detti d’un vate; e sovressa la terra feconda e nel pelago
un raggio s’effonde,
che mai non s’offusca, da l’opere belle.