Pagina:Odi di Pindaro (Romagnoli) II.djvu/258

Da Wikisource.


I prosodii accompagnavarno i cortei che si avvicinavano ai templi ed agli altari. Erano composti in ritmo di marcia, e accompagnati, in origine dalle cetere, e poi dai flauti, che meglio servivano a segnare il passo. Eumèlo di Corinto, fu, secondo la tradizione, il primo autore di prosodii: Bacchilide e Pindaro i grandi maestri. Dal prosodio si sviluppò la pàrodos, il canto d’ingresso del coro tragico nell’orchestra.

I

I due brani che seguono, e che, secondo ogni probabilità, appartennero alla medesima composizione, e questa un partenio, sono riportati, il primo da Filone (De Corrupt. mundi), e il secondo da Strabone (X, 485). Del loro carattere ho già discorso (pag. 260, vol. I). Appartengono ai piú luminosi brani della poesia pindarica.


PER DELO


Strofe

Salute, o rampollo allignato
per opra dei Numi,
carissimo ai figli