135Ferito... Quante formiche nere!
È lui... N’è tutto nero... Chi fu?
Chi l’ha ferito? Voglio sapere!
tu? tu? ma dunque tu non sei tu...
Rosetta ha tanta pena 140che si risveglia e.... ode lo stornello
ch’egli ripete, perchè nuovo e bello,
nella notte serena.
lui Io veglio e canto come l’usignolo
che su la siepe sta fino al mattino; 145che canta e veglia solo solo solo,
chè teme esser ferito dallo spino:
veglia, che la formica non lo colga,
e teme che il vilucchio gli si avvolga;
veglia, che la formica non gli dia, 150e canta, ahimè! per farsi compagnia.
E Rosetta si leva e con la mano
gli butta un bacio. Forse ella non crede
d’esser veduta, ed egli sì, la vede;
chè aperta è la finestra 155e si vede brillare
sui tetti e sui sentieri
e su la via maestra
la luna che fa lume volentieri,
fa lume a tanti marinai del mare.