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Pagina:Odi e inni.djvu/135

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pace! 109


È fremito pallido e grave
sì come il sussurro soletto
di suora che mormori l’Ave-
52marie presso un tacito letto;
è romba d’ignote campane
che cullano il mondo che dorme,
lontane nell’aria e sì piane
56che appena vi lasciano l’orme;
un impazïente nitrito
che trema nel cielo infinito;
un urlo improvviso alle porte,
60la voce tua, Morte!

Ella, o da presso ci parli
col rodìo lieve de’ tarli
     notturni, o col bronzo dal cielo;
64dice: «O mortali! mortali!
ch’al ventilare dell’ali
     mie, rabbrividite di gelo:
ciò che un istante in me tace,
68tace per sempre. In cammino
per la caligine sola,
     Caino,
tu non l’udrai la parola
     72di pace


iii


mai più!» Così dice sommessa,
ma udita: da lei chi lontano?
non vista... Oh! vedetela! è dessa
76che brilla su l’ermo vulcano,