del ponte grande, tu sottil rivolo,
roseo per una nuvola rosea,
cui chiesero, il giorno, le polle,
48che le ravvenasse, e non volle:
tonò su Tiglio, tonò su Perpoli,
velò il meriggio tinnulo all’aride
cicale che tacquero, nera
52passò: sorrideva, la sera:
la sera, o Serchio, mentre sul candido
tuo greto fitte squittian le rondini,
dicevi: «Oh! in quest’afa d’estate
56le mie spumeggianti cascate!
Nè bacio il piede bianco dei gattici,
ma su le ghiaie lucide scivolo,
scansando mulini e gualchiere,
60chè ad opra m’ha preso il podere.
Vo mogio mogio: povero a povere
genti discendo, piccolo a piccoli
poderi che sembrano aiuole,
64ma che ora inaspriscono al sole.
Son donne e vecchi soli, e mi chiamano
ne’ solchi nuovi, perchè v’abbeveri
quel lor sessantino che muore
68prim’anco di mettere il fiore.