Pagina:Odissea (Morino).djvu/17

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dialetto omerico 17

forme iterative terminano in -σκον, o in -σκόμην. Queste terminazioni si attaccano al verbo in due modi:

  1. al tema dei verbi in -μι, senza vocale di congiunzione; δόσκον, κέσκετο (da κεῖμαι), ἔσκον (da εἰμί), ῥήγνυσκε;
  2. al tema dei verbi in -ω, mediante la vocale di congiunzione.
    α. Imperf. ἔχεσκον, ἐμισγέσκοντο (da μίσγω).
    β. Aoristo. ἐλάσασκε, ἴδεσκε. Al passivo si ha solamente φάνεσκε.


§ 10. — Preposizioni.


1. Apocope. Per essa alcune prep. perdono la loro vocale breve finale. Tali prep. sono ἀνά, κατά, παρά, ἀπό, ὑπό; così leggesi ἄν-τιτος (ἀνά + τίνώ), κάτ-θανε, πάρ-θεσαν, ἀπ-πέμψει. La consonante finale di ἀν, κατ, ὑπ si assimila quanto più è possibile alla consonante che segue; ἄμ φόνον = ἀνά φόνον; κάδ δέ = κατά δέ; e così ἄμ–μίξας, κάβ-βαλε, κάλ-λιπε, ὑβ-βάλλειν, ecc.

2. Tmesi (τμῆσις, τέμνω, taglio, divido) chiamasi quella divisione a cui va soggetto il verbo composto con preposizione, per la quale essa preposizione si stacca dal verbo.

3. Notiamo qui finalmente alcune forme secondarie di preposizioni che leggiamo in Omero:

εἰν, ἐνί, εἰνί = ἐν

καταί = κατά
ὑπείρ = ὑπέρ
παραί = παρά
ποτί, προτί = πρός
ὑπαί = ὑπό.