Pagina:Odissea (Morino).djvu/7

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oltraggio, trascina il corpo di lui, attaccato al suo carro, attorno alle mura della città. Priamo si reca, con ricchi doni, alla tenda dell’uccisore, per riscattare il corpo del figlio. Achille, vinto dalla preghiera del vecchio, gli restituisce il cadavere di Ettore. Coi funerali di questo finisce il poema.

Argomento dell’«Odissea». Anche l’Odissea si può chiamare un episodio della leggenda troiana. Presa la città di Ilio, mediante l’agguato del cavallo, gli eroi che intervennero all’impresa non poteron tutti ridursi alle case loro, e non a tutti, appena vi furon arrivati, fu dato di ristorarsi subito dalle fatiche della lunga guerra.

Le avventure che corsero alcuni di essi divennero soggetto di leggende e di poemi; il nome che si dava ad esse era quello di νόστοι «ritorni». L’Odissea è un νόστος di uno degli eroi più celebrati, di Ulisse. Il poema si può dividere in tre parti ben distinte. Alla prima appartengono i primi quattro canti di esso, ove sono specialmente narrati i viaggi di Telemaco che si reca in diversi luoghi, per aver contezza del padre assente. Gli altri principi erano già tornati, e lui solo tratteneva l’ira di Nettuno, sdegnato perché l’itacese gli aveva accecato il figlio Polifemo. La seconda parte comprende le avventure di Ulisse prima del suo ritorno in patria; le avventure che vi si contengono in parte sono narrate dal poeta, in parte raccontate da Ulisse stesso alla Corte di Alcinoo, re dei Feaci, presso i quali l’eroe, dopo una violenta tempesta, avea trovato rifugio ed ospitalità. La terza (che è meno varia della seconda) comprende l’arrivo di Ulisse ad Itaca, la sua trasfigurazione in mendico per opera di Minerva, il riconoscimento di lui da parte de’ suoi, e la strage dei proci. Costoro erano principi del paese, che aspiravan alle nozze di Penelope, moglie dell’eroe; i quali, mentre aspettavano che la sposa fedele si scegliesse uno di loro, s’erano insediati come padroni nel palazzo dell’esule e ne dilapidavano le sostanze. Penelope, la quale sperava sempre che il marito fosse ancora in vita, mediante un suo inganno, deludeva le voglie impazienti e prepotenti di quegli usurpatori.

DIALETTO OMERICO.


Il dialetto usato da Omero è l’ionico, frammischiato qua e là di qualche forma propria del dialetto eolico; d’onde l’opinione di alcuni dotti, più ingegnosa che vera, che i due