Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/176

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libro sesto 161

Ed il canto intonava alle compagne
Nausíca bella dalle bianche braccia.145
Come Diana per gli eccelsi monti
O del Taigeto muove, o d’Erimanto,
Con la faretra agli omeri, prendendo
De’ ratti cervi, e de’ cinghiai diletto:
Scherzan, prole di Giove, a lei d’intorno150
Le boscherecce Ninfe, onde a Latona
Serpe nel cor tacita gioja; ed ella
Va del capo sovrana, e della fronte
Visibilmente a tutte l’altre, e vaga
Tra loro è più qual da lei meno è vinta:155
Così spiccava tra le ancelle questa
Da giogo marital vergine intatta.
     Nella stagion, che al suo paterno tetto,
I muli aggiunti, e ripiegati i manti,
Ritornar disponea, nacque un novello160
Consiglio in mente all’occhiglauca Diva,
Perchè Ulisse dissonnisi, e gli appaja
La giovinetta dalle nere ciglia,
Che de’ Feaci alla cittade il guidi.
Nausíca in man tolse la palla, e ad una165
Delle compagne la scagliò: la palla
Desviossi dal segno, a cui volava,
E nel profondo vortice cadè.