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Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/422

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libro decimoquarto 41

La settim’Alba in Orïente apparsa,
Creta lasciammo, e con un Borea in poppa295
Sincero, e fido, agevolmente, e, come
Sovra un fiume a seconda, il mar fendemmo.
Nave non fu nè leggiermente offesa,
E noi sicuri sedevam, bastando
I timonieri al nostro uopo, ed il vento.300
Presa il dì quinto la bramata foce
Del ricco di bell’onda Egitto fiume,
Io nel fiume arrestai le veleggianti
Navi, e ai compagni comandai, che in guardia
De’ legni rimanessero, e la terra305
Gissero alcuni ad esplorar dall’alto.
Ma questi da un ardir folle, e da un cieco
Desio portati, a saccheggiar le belle
Campagne degli Egizj, a via menarne
Le donne, e i figli non parlanti, i grami310
Coltivatori a uccidere. Ne giunse
Tosto il rumore alla città, nè prima
L’Aurora comparì, che i cittadini
Vennero, e pieno di cavalli, e fanti
Fu tutto il campo, e del fulgor dell’armi.315
Cotale allora il Fulminante pose
Desir di fuga de’ compagni in petto,
Che un sol far fronte non osava: uccisi