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Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/43

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28 odissea

Tanta in quel punto, e sì divina grazia,
Sparse d’intorno a lui Pallade amica.20
     Chi ragionò primiero? Egizio illustre,
Che il dorso avea per l’età grande in arco,
E di vario saver ricca la mente.
Sulle navi d’Ulisse alla feconda
Di nobili destrier ventosa Troja25
Andò il più caro de’ figliuoli, Antífo;
E a lui diè morte nel cavato speco
Il Ciclope crudel, che la cruenta
S’imbandì del suo corpo ultima cena.
Tre figli al vecchio rimanean: l’un, detto30
Eurinomo, co’ Proci erasi unito,
E alla coltura de’ paterni campi
Presedean gli altri due. Ma in quello, in quello,
Che più non ha, sempre s’affisa il padre,
Che nel pianto i dì passa, e che sì fatte35
Parole allor, pur lagrimando, sciolse:
O Itacesi, uditemi. Nessuna,
Dacchè Ulisse levò nel mar le vele,
Qui si tenne assemblea. Chi adunò questa?
Giovane, o veglio? E a che? Primo udì forse40
Di estrania gente, che s’appressi armata?
O d’altro, da cui penda il ben comune,
Ci viene a favellar? Giusto, ed umano