Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/516

Da Wikisource.

libro decimosettimo 135

Telemaco nodria. Non però a terra
Dalle ciglia una lagrima gli cadde.595
Sol crollò anch’ei tacitamente il capo,
Ruminando nel cor l’alta vendetta.
Ma la saggia Penelope, cui giunse
L’annunzio in alto dell’indegno colpo,
Tra le ancelle proruppe in questi accenti:600
Deh così lui d’un de’ suoi dardi il Nume
Dal famoso d’argento arco ferisca!
Ed Eurinome a lei: Se gl’Immortali
Fesser pieni i miei voti, a un sol de’ Proci
Non mostreriasi la nuov’Alba in cielo.605
     Nutrice mia, Penelope riprese,
Mi spiaccion tutti, perchè tutti ingiusti:
Ma del par, che la morte, Antinoo abborro.
Move per casa un ospite infelice
Dalla sua fame a mendicar costretto.610
Ciascun gli dà, tal ch’ei n’ha il zaino colmo;
E d’Eupite il figliuol d’uno sgabello
Nella punta dell’omero il percuote.
     Cotesti accenti tra le ancelle assisa
Liberò dalle labbra; e in quella Ulisse615
il suo prandio compiea. Ma la Regina,
Euméo chiamato a sè, Va, gli dicea,
De’ pastori il più egregio, ed a me invia