Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/549

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168 odissea

Allettamento è all’uom lo stesso ferro.
     Telemaco seguì del suo diletto20
Padre il comando, e alla nutrice, cui
Tosto a sè dimandò, Mamma, dicea,
Su via, ritieni nelle stanze loro
Le femmine rinchiuse, in sin ch’io l’armi,
Che qui nella mia infanzia, e nell’assenza25
Del padre, mi guastò neglette il fumo,
Trasporti in alto. Collocarle io voglio,
Dove del foco non le attinga il vampo.
     Ed Euricléa, Figlio, rispose, in petto
Deh ti s’annidi al fin senno cotanto,30
Che regger possa la tua casa, e intatti
Serbar gli averi tuoi! Ma chi la strada
Ti schiarerà? Quando non vuoi, che innanzi
Con le fiaccole in man vadan le ancelle.
     Il forestier, Telemaco riprese.35
Chi si nutre del mio, benchè venuto
Di lunge, io mai non patirollo inerte.
Tanto bastò a colei, perchè ogni porta
Del ben construtto ginecéo fermasse.
     Ulisse incontanente, e il caro figlio40
Correano ad allogar gli elmi chiomati,
Gli umbilicati scudi, e l’aste acute;
E avanti ad ambo l’Atenéa Minerva,