Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/585

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204 odissea

Di lui si fosse, e già pareagli al capo
Vedersela vicina. Alzossi, e il manto,120
E i cuoi, tra cui giacea, raccolse, e pose
Sovra una sedia, e la bovina pelle
Fuor portò del palagio. Indi, levate
Le mani, a Giove supplicava: O Giove
Padre, e Dei tutti, che per terra, e mare125
Me dopo tanti affanni al patrio nido
Riconduceste, un lieto augurio in bocca
Mettete ad un di quei, che nell’interno
Vegghiano; e all’aria aperta un tuo prodigio,
Giove, mi mostra. Così, orando, disse.130
     Udillo il sommo Giove, e incontanente
Dal sublime tonò lucido Olimpo,
E l’eroe giubilonne. Al tempo istesso
Donna, che il grano macinava, detti
Presaghi gli mandò, donde non lungi135
Del pastor delle genti eran le mole.
Dodici donne con assidua cura
Giravan ciascun dì dodici mole,
E in bianca polve que’ frumenti, ed orzi
Riducean, che dell’uom son forza, e vita.140
Le altre dormian dopo il travaglio grave:
Ma quella, cui reggean manco le braccia,
Compiuto non l’avea. Costei la mola