Pagina:Ojetti - L'Italia e la civiltà tedesca, Milano, Ravà, 1915.djvu/29

Da Wikisource.

— 27 —


gnava prendere misure tecniche e pedagogiche per educare la gioventù tedesca perchè essa finalmente rispondesse alla situazione della patria nel mondo e fosse capace di vincere le lotte per la vita». La parola imperiale fu, al solito, udita anche in Italia, e la praticità più gretta ed immediata delle scuole secondarie anche classiche diventò subito il tema di discussioni, di circolari, di provvedimenti, meglio di rabberciamenti che ridussero quelle scuole ad essere quel che sono, cioè peggiori di quel che sono mai state.

Ma anche in Germania da quelli anni cominciarono l’utilitarismo e l’industrialismo a dominare e regolare non solo le scuole secondarie ma anche le Università e i laboratorii scientifici; e cominciò la decadenza degli studii filosofici. L’uomo speculativo fu così separato dall’uomo pratico. Il grande sforzo della cultura filosofica tedesca la quale da un secolo aveva intuito essere quello uno dei più gravi pericoli non solo pel cervello ma per la stessa coscienza della razza, fu quasi annientato.

L’Università tedesca diventò così uno strumento dell’Impero, anzi dell’imperialismo tedesco e della conquista tedesca. E poiché è proprio dei professori fabbricare teorie, anche le teorie furono da questi ottimi impiegati fabbricate sul comando del governo centrale.


La razza superiore e Il Pangermanismo.



Prima, la teoria della razza superiore. A metà dell’ottocento il conte Gobineau l’aveva inventata, predicando che dagli Ariani virtuosi e forti discendevano in linea retta solo i Germani virtuosissimi e fortissimi col còmpito, assegnato loro da Dio, di ridar vita a noi poveri latini non solo mescolando il loro ricco rosso ardente