Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/130

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questo caldo e con questa polvere, comincerà a odiare la villeggiatura!» E si sedette sopra una panca che su la strada Oreste aveva fatto mettere presso la siepe nuova. Seduta, si guardò il piede piccolo calzato con le scarpe nuove di finto bulgaro, donde la caviglia usciva snella nella calza nera, sotto la veste candida e leggera. Ella pensò: «Ho fatto bene a metter le calze tessute invece di quelle fatte a mano. Sotto all’abito bianco la trama si vede facilmente.» E nessuno giungeva. Finalmente vide da lontano Oreste apparire allo svolto della via con passo celere; pensò: «Eccolo»; poi nella quiete udì il rumore della vettura in lontananza, quasi attutito dalla polvere alta e dall’aria greve. Poi la vettura apparve: aveva il mantice alto. Da lontano ella vide su la serpa accanto al cocchiere due valige: una gialla, una nera coi fermagli lucenti al sole tra il fumo polveroso. Poi la vettura si avvicinò; ella vide il pittore con gli occhiali neri larghi contro il barbaglio della canicola e accanto... che era quel bianco? L’amico? No, no... Era una donna? Una donna? Sì, proprio una donna, bella, bruna, con una veste e una giacca cenere, una camicetta di batista e un cappello di paglia bianca simile a quello che gli uomini portano