Pagina:Ojetti - Le vie del peccato.djvu/260

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qualcuno le stringesse furiosamente la cintola e il petto fino a soffocarla; poi all’improvviso taceva e restava fissa, rossa, ardente, a guardarlo con gli occhi lucidi. E Angiolo taceva, non si muoveva e anche sorrideva con sicurezza un po’ ironica, e quel sorriso più inacerbiva la assalitrice. Qualche volta ripeteva, mettendosi le mani sul torace:

— Che volete che vi dia? Lo sapete: io non posseggo che quel che porto addosso.


Una mattina di novembre, sotto San Martino, stavano in cantina a svinare. Fuori faceva freddo e dall’inferriata si vedevano passare molte nuvole su nel cielo celermente chi sa per dove; e anche col vento qualche foglia arida d’olmo entrava turbinando. Il vino nuovo aveva una forza asprigna che solleticava l’ugola e faceva proprio venir la voglia di ridere ed appariva già puro come un vino di dieci anni mentre singultava giocondamente giù nel boccale attraverso alla cannula di latta. Un odor di mosto appesantiva l’aria nella cantina male illuminata e ogni cosa aveva ancóra al tatto la patina glutinosa e dolciastra del mosto versato nella gioia e nella fretta della vendemmia.

La signora Santa taceva, ma anche ella beveva