Pagina:Ojetti - Mio figlio ferroviere.djvu/240

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sua idea; e l’idea gli doveva piacere perchè rideva e rideva. — Insomma per trentamila, sarebbe secondo te un buon affare. — Ottimo. Ma non l’avrai. S’avvicinò a me, affettuoso; mi mise una mano sulla spalla, mi sussurrò da vicino: — La mia intenzione è d’averlo per niente. Quella letizia di Nestore era contagiosa. Gli affari, gli affari.... Non ero mai stato buono di farne, e nemmeno i miei libri vecchi ero mai riuscito a rivenderli altro che a peso di carta. Quante volte Giacinta me lo aveva rimproverato.... — Tua madre lo sa? — Si capisce. — E i tuoi compagni che diranno? — Il compromesso non lo firmo io. — Ma al momento della spartizione.... anzi dell’incameramento di tutte le terre da parte dello Stato? — La spartizione la faremo noi. — Sono un imbecille. Nestore mi sorrise affettuosamente. E d’un tratto scorsi la verità. Nestore ritornava borghese, Nestore amava la proprietà, Nestore voleva essere proprietario. Che cosa è un borghese? Tante volte me l’ero domandato dalla guerra in qua, senza più riuscire a trovare una risposta. Ebbene: il borghese non è chi possiede, ma solo chi desidera di mantenere ad ogni costo quel che possiede; e più borghese è chi non possedendo desidera ad ogni costo di possedere.