Pagina:Omero - L'Odissea (Romagnoli) I.djvu/31

Da Wikisource.
XXXII PREFAZIONE

recinge le lagune e le paludi. E sabbie, paludi, foreste, formano veramente come un altro mare.

E il nostro promontorio, posto cosí fra le paludi e il mare, tanto dal mare, quanto dalla terra ferma, sembra appunto un’isola. Cosí dicono le istruzioni nautiche1; cosí, tanti secoli fa, diceva Strabone2.

Risoluta questa difficoltà pregiudiziale, tutti i particolari corrispondono. La Cala dei Pescatori, meraviglioso rifugio alle barche che possono superare l’angustissimo ingresso, è il porto dell’Odissea, sicurissimo, ma nel quale un dio stesso deve guidare la nave d’Ulisse. La vedetta scogliosa, dalla quale Ulisse può contemplare tutto il paese, è lo stesso Monte Circèo, il cui punto culminante raggiunge i 541 metri.

Dalla vetta di questo monte, Ulisse vede macchioni e selve; e tutta una selva costeggia anche adesso la linea delle paludi. «La vegetazione — dice Arnaldo Cervesato3 — attinge sovente il rigoglio funesto delle foreste vergini, e pare grandiosamente e paurosamente esotica con le sue felci giganti, alte spesso a statura d’uomo».

E cantava Aleardi:

Sí placida s’allunga, e di sí dense
famiglie di vivaci erbe sorrisa,
che ti pare una Tempe, a cui sol manchi
il venturoso abitatore.

  1. Situata all’estremità Sud delle Paludi Pontine, questa montagna, vista da lontano, ha l’apparenza d’un’isola. Bérard, II, 267.
  2. Strab. V, 232: τὸ Κιρκαῖον ὄρος νησίζον θαλάττῃ τε καὶ ἕλεσι.
  3. Latina Tellus, pag. 326.