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196 POESIE MINORI

Cosí Omero divenne in poco tempo famoso; e Testòride, per evitare un incontro che non sarebbe riuscito a suo vantaggio, fu costretto ad allontanarsi da Chio.

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Ora incomincia come un terzo periodo della vita d’Omero, nuovamente arriso dalla fortuna, o, per lo meno, dalla serenità.

Partito Testòride, egli lo sostituì, naturalmente, a Chio. E qui fondò una scuola, trovò moltissimi ammiratori, mise insieme una bella sostanza, e si ammogliò. Dal matrimonio gli nacquero due figlie; ed una morí nubile, l’altra sposò un uomo di Chio, perpetuando così nella città ospitale il sangue del poeta divino.

E qui, consacratosi infine con piena tranquillità all’arte sua prediletta, compose l'Odissea, dove, fra altro, sciolse i suoi debiti di gratitudine verso tutti quanti gli avevano fatto del bene; da Mente e Mentore, a Femio, il geniale cantore dei Feaci, al capraio Glauco, identificato col buon porcaro Eumelo, e sino a Tuchio, il cuoiaio immortalato nel nome dell’artefice che foggiò lo scudo d’Aiace.

A mano a mano la sua fama crebbe, attraversò il mare, si diffuse per tutta la Grecia. E da tutta la Grecia accorreva gente per vederlo di persona, per bearsi della sua arte sublime. E molti lo consigliarono a recarsi sul continente; ed egli, infine, si risolve’ ad accettare l’invito.

Partito, andò prima a Samo, e vi giunse mentre celebravano le feste Apatúrie. Fu invitato alla festa; ma mentre ve lo conducevano, giunti in un trivio, s’imbatterono in certe donne che sacrificavano alla Curotròfa (la Dea protettrice dei bambini).