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102 vita di alberto pisani

specchi c riflessi di àqua ; eccolo dolcemente sorpreso da quella eròtica malinconìa sotto la quale radolcscenle Allighieri si coricava, angosciato, in làgrime come un pargoletto battuto Imbruniva. La mestissima ora cullava il cre- scicore dei due gióvani amici. Alberto tenea dietro con gli occhi umidamente appannali alle parole di Dante. Allorché queste, insieme al- rùllimo lembo di luce, infievolirono, i pensieri di Alberto, a poco a poco, loro si fusero entro, poi coniinuàron da soli. Imi la miràbile Beatrice, vera? e tutta vera? oppure Dante, dalla sua unicità condannalo a non trovare altri, che, pari a lui, sentisse, si* la plasmò o compì nell’alta fantasìa, poi illuso gioì e sollerse dell'ombra sua?... Ma, chèli! Dante a parte ; quantùnque da ognuno si dica che Amore c’è, chi veramente il travide? In questa folla che passa, mai non cessando, e si traùrla come i pajoli. tingendosi anche, i più. cioè il marame, crédono amore, cose clic possono avere altri nomi ; i gentilissimi, e pochi, sospirano inutilmente il loro secondo eil ultimo tomo. Quanto ad Alberto, nulla! (ili parca la \ila. monòtona, stracca, come una strada postale alla Bassa. Vedeva bene un nùvolo di giòvanette. ma neppure una tirala su ad amare : tulle di matrimonio, o di altro; poi, stesse maniere, spirilo uguale una medésima aria di viso : di più. legate a questi cinque palmi di terra da un nome, da una parentela, da un patrimonio. No, no — Alberto non ne voleva ; troppo dense, troppo reali. Alberto avrebbe invece voluto una semidiàfana amante. A notte chiusa i convenni. 1 Ila 17 sarèbbcgli apparsa vestila di abbagliante beltà, contornata da un filo nebuloso di luce. Fianco