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vita di alberto pisani |
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specchi c riflessi di àqua ; eccolo dolcemente
sorpreso da quella eròtica malinconìa sotto la
quale radolcscenle Allighieri si coricava, angosciato, in làgrime come un pargoletto battuto
Imbruniva. La mestissima ora cullava il cre-
scicore dei due gióvani amici. Alberto tenea
dietro con gli occhi umidamente appannali alle
parole di Dante. Allorché queste, insieme al-
rùllimo lembo di luce, infievolirono, i pensieri
di Alberto, a poco a poco, loro si fusero entro,
poi coniinuàron da soli.
Imi la miràbile Beatrice, vera? e tutta vera?
oppure Dante, dalla sua unicità condannalo a
non trovare altri, che, pari a lui, sentisse, si*
la plasmò o compì nell’alta fantasìa, poi illuso
gioì e sollerse dell'ombra sua?... Ma, chèli!
Dante a parte ; quantùnque da ognuno si dica
che Amore c’è, chi veramente il travide?
In questa folla che passa, mai non cessando,
e si traùrla come i pajoli. tingendosi anche,
i più. cioè il marame, crédono amore, cose clic
possono avere altri nomi ; i gentilissimi, e pochi, sospirano inutilmente il loro secondo eil
ultimo tomo.
Quanto ad Alberto, nulla! (ili parca la \ila.
monòtona, stracca, come una strada postale alla
Bassa. Vedeva bene un nùvolo di giòvanette. ma
neppure una tirala su ad amare : tulle di
matrimonio, o di altro; poi, stesse maniere, spirilo uguale una medésima aria di viso : di più.
legate a questi cinque palmi di terra da un
nome, da una parentela, da un patrimonio. No,
no — Alberto non ne voleva ; troppo dense,
troppo reali.
Alberto avrebbe invece voluto una semidiàfana amante. A notte chiusa i convenni. 1 Ila
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sarèbbcgli apparsa vestila di abbagliante beltà,
contornata da un filo nebuloso di luce. Fianco