Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/212

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CAPITOLO NONO. Ma, falli i bauli. Alberlo ancor non sapeva dove inviarli. Quanto a partir da Silvano, di ciò nessun dubbio. Hi s’era già compromesso con Paolino, e non voleva a fronte di lui, essendo un pochelto, passare per matto. Inoltre capiva che la cristallina aria di lì, meltèvagli indosso più voglia di fare clic non di scrìver romanzi.... alla larga \ alla larga ! Ma, e dove andare ? Ecco il punto. Alberto si rinfrescò quel poco di geografìa che gli restava in memoria, traversò l’Asia, toccò l'Oceania, FAmèrica, l’Africa ; viaggia e viaggia, finì con la mente nei Corpi-Santi della sua città, ad una pìccola casa, già di un prozìo. I)i essa, non conosceva olire la pianta, e si lenea padrone, solo perchè ne pagava le lasse. Mai non avea potuto nè a trillarla nè vénderla. IL MAGO. Eppure, cotesta casa, non avea niente di strano! non gronde sporgenti, non fumajoli bizzarri o torrette, non cabalìstici segni. Era una borghesìssima casa, col suo rispettàbile nùmero senza nè l’«uno» nè il «tre», a due piani, semplicemente rinzaffata di bianco, e dalle persiane grigie. — Ma le persiane stavano sempre chiuse! —