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202 vita di alberto pisani

vetro o con il vetro rotto.... e un albero genealògico e stampe dai «maga/ins pittoresques » e figurini di mode dell'epoca di Beauhamais e una raccolta di taccuìni fuor d’uso incominciando dal 4; sui tàvoli sui canterani, vasi di fiori di pezza, polverosi, sbaviti — pìccole statue alabastrine, monche — jxre, mele e Gesù-bimbi di cera — tomi senza il compagno — porcellane e terraglie a crcpi — guanti dimessi — piombo appallato di Dio sa cpiante boctte — e scàtole e scatolini di tutti gli sposalizi della contrada con entro ancor la treggèa. In un camerino senz’uscio, appesa folla di vesti, avanzi di ùltimi spogli.

E il tutto si sottintende, sliso, sudicio come le sue vecchie padrone. Le quali son due; una, che ha nome la Pinciroli, è picxolina, è osso-e buco, e pensa alla provvista temporale dei cibi; l’aìtra, cioè madama Ciriminaghi, vera madre abbadessa, sempre su ’n poltronone, provvede allo spirituale, spatemostrando, snocciolando rosari, dicendo male del pròssimo.

Ora, volete sapere una cosa?... ma, oè, miei ragazzi, stia tra noi: le due portinaje sono.... «riccone sfondate ».

Gua’ che voi fate i larghi occhi! Voi, n‘è? pensate a un asinelio conia-zccchini, o a una borsa infinita? mi appongo o no?... Bene, voglio imbrogliarvi amor più, aggiungendo, che le due donne, in barba ai lnr sacconi di scudi, sono — quel che si può — «felici . E il gran segreto, quale? « Esse mettono al lotto ». — Oh, ma è la volta del temo ! — dicono poi orni uno scrocchetto di lìngua — i nùmeri sono bellissimi — e le si stillano il capo intorno al come impiegare i venti-lire del rè. Madama Ciriminaghi amerebbe una «casetta» sul lago, in riguardo alla barca; la Pinciroli, una sulla montagna, per amor delja vacca; lì si discute, e >i sciorinano in mostra di quello e questo i vantaggi; poi, si va a letto, e lietamente si sogna. Per il dì dopo, la Pinciroli ha rinunziato alla vacca, e si accomoda, al lago. S’aquista allora la «casa», e si comincia a pensare in qual maniera disporla,