Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/236

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CAPITOLO DECIMO 205 qicum òdium; il caporale si fé’ pavonazzo, strabuzzò in grro gli occhi, prese la tabacchiera Interdetto, l’aprì. non ne offerse ad alcuno, la riserro ; poi, se la spinse in saccoccia. E, quella seni- tàque di quel tal ponte e di que’ tali Croati. L’altro, dei frequentatori della portinarìa, era una donna, magra, lunga, che pendea un po’ innanzi, con un vis ino tùmido, fiàpo, dalla tinta pan-cotto, con gli occhi grigi, pìccoli, privi di sopraciglia ; e una scullielta bianca, le sottane a piombo ; finalmente, uno scialle, già di tutti i colori, ma or si smontalo che parca di un su lo. Sua professione.... la poverella di chiesa. l'occhcggio di un'agonìa. La si raccoglie ìn- oO i) o torno lo scialle, e ciabatta verso la casa segnala ; ne va di certo a dir preci, e non a stender la mano, e nemmanco a furare ; va per nienfaltro che per vedere a morire. Ed ecco si alloga al capezzale -deserto — che due volte su Ire, noi fuggiamo lui che ne fugge — e, sola, aggricchiando e baiisciando di volullà, succhia gli ùltimi strappi, il ni iliaco del moribondo. Cbè se non giunge appunto a costui, a furia di giri e rigiri, arriva in qualche stanza vicina, e la si mette in ascolto, ratenendo il respiro. Cacciata poi dalla casa, si pianta alla porta, e — a chi esce — chiede, ansiosa ini por- lima, se il pòver’uomo soffre, e quanto e come. 11 quale vampiro, ogni dì, passava dalle due Vecchie, non tanto a vedere se bene, quanto se stavano male, e s‘ nformava al minuto del batticuore di una, del maneafiato dell’altra. Poi, loro contava i decessi di tutto il quartiere. Quel poveretto di Tonio ! — faceva con imi za re se 5i) vocimi — quel tessitore volto il cantone, vera calza disfatta, vero spedate ambulante,