Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/242

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Prima e dopo 211 Ed ecco, il tuo «desìo amoroso» ha incontrato una faccia soave, di uno, che a te, alle maniere leggiadre non usa, raccolse il fazzoletto caduto, e, con parola cortese, l’offrì. Oli nascondi l’amore! nascondi; rammenta «il sole c il letame J». Ecche ? quel gentile or ti passa vicino e non ti saluta. Sai? Hanno scoccato di te e di lui male cose; come si dice, «bons mots»; ed egli più non s’intriga con gobbe; e, in prova, sposa Paolina, un angioletto senz’ali. Oh baci! oh strida! Così, il caràttere tuo, siccome la voce, inasprisce. Babbo e mammina, al pari della speranza, ti hanno lasciato da un pez/o. Essi rimproverano a te la lor morte; tu, a loro, la vita. Pàssano gli anni e più non ti resta se non il calor della ciccia. E tu diventi una vecchia tontonòna e stizzosa, che fa morir gli augelletti con il sistema Filadelfiano, che rompe i tèneri arbusti amici e tèneri cuori, che, tutta piena di spilli, si tira in collo i bambini per li baciare; e tu diventi una dama, che, lumacando col biscottino e gli scrùpoli per gii ospedali, addoppia la fc-bbre ai malati — e nelle case attizza discordie, fà r«ospelato ai ragazzi, e a Dio prostituisce le tose — c i matrimoni attraversa, e turba i riusciti. Ma qui, il pòvero padre, aggricciando, abbandona su quella cuna di tanti dolori il velo; e fugge. Fugge, impaurito, la brama di soffocarli a una stretta; fugge un reato «pietoso». INSODDISFAZIONE. Era, nella città, l’ora, in cui i ciccajoli allùmano i lor lampionini. e i mangia-malta appostano i gatti, e i pòveri vergognosi di nani dagli ampi mantelli fanno la traversata dalla bottega alla casa. Gli ùliimi raggi di sole avèano arroventato una rastrelliera di rasserole di rame, e si òran rinfranti in una di maiòliche e vetri, e fatto brillare una fila di guantiere e cucchiai di ottone; dùnque, è una «cucina» la scena; ed io aggiungo, cucina di un’osterìa mezzo perduta tra i monti.