Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/250

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La macstrina d'inglese 219 giojc, apprese a colla-di-bocca in su i libri; a mamme — grandi e non-grandi — che gli toglievano il fiato a furia di sesquipedali accoglienze con tanto di fòdera, ora invitandolo a pranzo per metterlo accosto a collegialine pigotte sciocchissimamente belle, ora facendolo a forza ballare con vergini stagionate, pudiche fino allo scàndalo; insomma, vìdesi in mezzo a una tal rete vasta d’intrighi, a tanta roba posticcia, che, stomacato e anche un po’ impau:ilo, risolse fuggire laddove ancor si dormiva beatamente « il greve sonno della barbarie». Férmo nel quale partito, Enrico, un dì, soprapensieri passeggiava una via, in ri mJando i paesi già visti e quelli a vedere. Ecchò non andrebbe al Giappone? là, in quella terra da vasi, in cui il mondo é a rovescio, e i nostri non sensi hanno senso, e le nostre eccezioni son règole? Ei vi potrebbe comprare un bel servizio da tè, poi, tanta curiosa fru- gaglia — e palle d’avorio cìnque-entro una, e un vestiario di carta, e strani disegni sogni-fotografati) e scarpe di porcellana, piccine.... e perchè no? forse coi loro pieducci vivi al di dentro, con quel che sè- gue al difuori.... — Dùnque, al Giappone!... si piglia prima per Suez; si fà il mar Rosso.... tocco Ceilàn, mi \i provvedo del buon zafferano, tomo a imbarcarmi per Singapore e Sciang-hai, vo a Nagasaki, I>oi a Yokoama, poi, se si può, infilo lo stretto di Kanagava.... ed egli scorgea di già i draghi-volanti nella imperiale Yeddo, quando «oè! la vita, signori! eh!» venne arrestato dalla carriola di un pere-cot- t;ijo— Maledetta carriola! Per cui, si trasse di banda contro di una bottega. Era questa di fiori; ci si vedèvano vasi di novellini gerani e garòfani, desìo della pòvera agucchiatrice; \asi di erba crèspjla e salvia, dìttamo e ruca, amori della puleeHona; mazzi con il Yi-djppio; teppa; colono di bianche rose da far parere più in fiamme la guancia di una vèrgine sposa o pàllidi doppiamente quella di una vèrgine morta; ma, il tutLo, qual sfondo ad un più splèndido fiore, dico ad una fanciulla, vero occhio di sole, ferma anche lei per la carriola di pere.... Oh benedetta carriola!