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218 vita di alberto pisani

che gli tien compagnia, sul pianeròttolo.... E pàssano altri dicci minuta.... Perche non viene? che fà? Aurora entra pressosa, anelante. Il signor Pietro, senza lasciar ch'ella dica, comincia a bajare come un can da pagliajo. Ed essa, alla prima in bilancia, risponde poi risentita. Egli, allora, fuori il secondo argomento! cioè il moccichino.... «Dio mio! ingrata figliola ! bianchi capegli! padre ammalato....» tanto, che, spaurita la tosa, con le perle negli occhi, e il singhiozzo, gli dimanda perdono. Poi — un dì, il signor Pietro, veduto apparir la fanciulla con un mazzetto di fiori, si cacciò in testa che gliel avèsser donato. — È per te — ella disse, e lo porse — L ho «comperato» per te — aggiunse, avvertendo alla nuvolosa aria del padre. Ma — in segno di grazie — questi lo fletta per terra. E fà «tu hai arrossito»; quindi, una scena d’ira e di pianto, il ricordo di cui, le làgrime molte di Aurora, ebbero pena, assai pena a lavare. O è vero ch’ella avea arrossito? — Sì.... È vero, che il mazzolino era un dono? No.... Ala, perchè io meglio mi spieghi e voi mon male intendiate, prenderò il fazzoletto per un capu diverso. III. Enrico San-Giorgio scopre la Terra Promessa. Enrico San-Giorgio era dal suo quinquennale viaggio rimpatriato. Scàpolo e milionario, fu accolto a braccia aperte dalle mammine, e le figliole òbber licenza di comprométterai; qualcuna anzi, ingiunzióne. E ben si poteva ubbidire: gióvane e bello era Enrico. Ma!... egli era anche di spìrito, non qualità da marito , sì che, guardàndosi attorno, vìdesi tosto, in mezzo ad amici che gli dicevano «se* navigato abbastanza»; a babbi, che gli narravano le dvinèstiche