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242 vita di alberto pisani

Ines ricadde, con le mani alla faccia, seduta. E il giovane, continuando:

  • — Di’, c’è forse una via diversa |>er la finire col

nostro stato infamissimo? A noi, morte, è bene vicina, chè, senza cuore si vive, ma non col cuore piagato, ma.... e intanto? Io tomo, è vero, in America; e là ferve anche una guerra.... tuttavìa, non basta. Mille miglia di mare frammezzo a noi sono poche.... ci vuole, quà, sulla spiaggia Europea un uomo, che possa, che «abbia il «diritto» di uccìdermi se.... o sorellaI sorella! — E tenne dietro un terrìbil silenzio. — Lo sposo e il Folperti — aggiunse Leopoldo con una tinta di sprezzo e come di circostanza di nullo rilievo. — Io non potrò mai amarlo! — sciamò la fanciulla dolorosamente. — E chi altri potremmo.... io e te? — egli chiese, lasciandosi trasportare dalla passione, ma, padroneg- giàtosi poi. — Sorella, qui non si tratta di «amore» — disse — io parlo di «un matrimonio....» Vbbìgliati! 'stasera io verrò con colui.... — e, soggiogato, a sua volta, dalla propria emozione e da quella della ragazza, Leopoldo fuggì. VIII. In un battibaleno, tutti della provincia parlàrono del matrimonio, e tutti credèttero «allora» capire di aver «già» capito il perchè della scena violente tra l’Angiolieri e il Folperti, e il perchè della guancia affilata della ragaz/a, quantùnque loro allegasse un po’ i denti quello di un sìmile amore. Infatti, avèano detto sempre gli uòmini, che, in espressione, la faccia di Emilio era una pretta bondiòla, e, quanto agli uòmini, passi! ma anche le donne s’èrano sempre accordate in questa sentenza. Comùnque! il matrimonio parea dei meglio assortiti; in ambìdue, anni pochi, soldi moltissimi.... qual gioja per il fratello! Ma, oh avesse potuto chi la pensava così, dare un’occhiata in casa Angiolieri! Dove — aH’infuori