Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/278

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LE DUE MORALI. Xon getterò proprio via un pezzettino di carta per quistionare, se l’avere sancito alcuni fatti morali in sentimento di « vizi » coi loro opposti in quel di «virtù », sia o no d’artificio. Tròvansi, è certo, anche ragioni pel sì — e filosòfiche e stòriche — tuttavìa, lasciamole là; spesse volte, conviene tenere la via presente, quale si sia, per buona; poi, d’altra parte, non si farebbe che un inversar la quistione per cominciarla da capo. Dùnque, or non tocco che a un argomento affine, osservando cioè, come in taluni casi un male qualificato può trasformarsi in un bene e anche in uno col «più». Inquantoche, sul teatro del mondo, «le morali» son «due» tutto è doppio del resto). Ed una è l’«officiale», in guardinfante e parrucca, a tiro a-sei, coi battistrada e i lacche, annunziata da tutti i tamburi e gli zùfoli della città; l’altra è.... ma, in verità, non tien nome.... è una morale pedina, in gonnelluc- cia di tela, alla quale ben pochi làscian la dritt^i. Quella, e della stessa famiglia del «jus quiritàrium» stoltamente dogmàtico; questa, del «jus pretòrium », che dà orecchio e ragiona. E la prima ha per sè, tutto quel che di leggi, glosse, trattati, fu fabricato e si fàbrica, fiume a letto incostante, roba in cui la sguàz- zano i topi e le tarme; l’altra, nudo e puro il buonsenso, eternamente uno. Rompendo il che in monetina; se è vero, ad esempio, che l’adulterio, come si stampa e declama, sia all ingrosso un « diabòlicus casus », io vi domando a mia volta, quale più santa, più evangèlica opra di lui, quando la «fedìfraga donna» è una fresca ragazza, dalla viltà dei parenti astretta a fasciare le polpe gottose di un vecchio, o a riammaestrare «i mal protesi nervi » di un gióvane ? E, se è pur vero, che il suicidio sia, come il pone, il coraggio della paura, non è forse al rovescio un generosissimo atto, quando, questo incontrare a mez/a via la morte, può tar felice una moglie, vìttima del suo «dovere» di fe-