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VITA DI ALBERTO PISANI |
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diesa sua figlia.... Io colgo la circostanza c gli
ordino un pajo di brache.
«Poi, lo seguo in sua casa. Un lusso Orientale, ti accerto, senza il sudicio.... Tappezzerìe, specchi, livree, tutto nuovo di Irinca.... K
la sposina, quanto genLile ! un ver bottone di
rosa, con un visetto sì delicato, di seta, clic
10 avrei avuto ritegno a sfibrarvi il p.u minuscolo bacio.
Là. poi, era madama la sarta, che già pativa di nrasettina ; pochi parenti di Iti, sfarzosamente abbigliati, ma umilmente in disparte;
niuno dell Andalò ; ma, in cambio, molta amica-
glia con un far da padrone tu II a cròme della
haute.... tutti della portata del nostro caro marchese» mi disse all orecchio, gongolando di gioju,
11 papà. «Ahi!» io risposi, accennando ad un
callo.
Non si vedea che broncio ; neppur uno adulava, non si scoccàvan bisticci. Essi ! vi èrano
dei giornalisti e dei proli. La folla Messa addoppiava il silenzio, rendendolo positivo. E financo il Ti razza, che fà ridere sempre, come
si pose a stonare, accrebbe il musone.
«Allora il mio sarto, per dimojare le bocche, per seni irsi a incensare, di stappo lo Champagne, dimenticando che, il suo, gli era un
troppo schietto Champagne per mentire. Quasi
col vino, ecco lo sposo. Era più brullo del solito ; non gli mancàvan che i corni....
— \ erraruio — fe Alberto con persuasione.
— Dio voglia ! — ribadì Enricò. -- li dopo,
siam scarrozzali e al municipio 0 alla chiesa.
La giovinetta mormorò un pajo di sì, che a
métterli insieme facevano il no più no della
terra. Nè I10 mai visto, ti giuro, a ni un sposalizio laute pezzuole sugli occhi, (piante a (pici
h ! Pareva un mortorio.