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VITA DI ALBERTO PISANI |
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senza pensare che, spento il mezzo creatore
d’ogni illusione, era pur spento quello per ne
sentir la mancanza. Nè ricordava le pene della
imaginazione.
E cominciò a lacrimare e gli venne «un desìo di morte tanto soave» che il viso gli scolorì.
Nelle quali stanchezze di cuore, pietà lo stringeva. Pigliò compassione del povero libro rimasto per terra col cartone all insù, e arrossì.
Che ci poteva la crosta, s'e. non avea più dvliti ? si che il raccolse, lo accarezzò, lo raggiustò nelle pieghe, e gli chiese perdono.
Poi, stette assorto alcun tempo.... Ma, a un
tratto, si scosse e gridò vado in China!» non
ricordando, l’amico, eh egli viaggerebbe con sè.
E fu questa un’idea che gli inique in cervello, abbigliata ed armala, siccome in Giove,
Minerva. Con la foga febbrile con cui principiava ogni cosa, salvo a lasciarla ammezzala
per intraprènderne altre, in inen di tre giorni,
avea al suo agente fatto procura, e, a sè, provvisto informazioni e denaro.
— Tira fuori i bauli — .comandò a Paolino.
— Tutti — aggiunse.
E Paolino, scendendone alcuni dai spazza-
casa, traendone altri dai sotto-scala e allri ancor
dagli armadi, giunse a riunirne un congresso
di ogni forma e misura nell'anticàmera.
Che, a fianco di uno, vestito in tela grigiastra, qua e là segnata dai bolli <1 ella via ferrata e dagli indirizzi-rét/tf/nrs degli alberghi,
se ne vedeva uno grosso, nero, dalle pesanli
maniglie, con un lato in iscarpa, già di una
berlina scomparsa. Esso era un vecchio di casa.
Compralo da don Gelasio Pisani, il nonno, avea
seguito i genitori di Alberto nel lor viaggio di
nozze. Pur non avea potuto ingraziarseli mai.
«Va, sei ben golfo!» dicèagli sempre \rrighcl-