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CAPITOLO DFCIMOQUARTO 267

— Non so. Ero lontano le miglia dal sospettare che si parlasse di le ; e come la sciocca marchesa non animelle lìngua negli altri, allorché apre la bocca, io chiudo le orecchie. Solo, di tempo in tempo, mi arrivava al l’udito il mio chiarissimo amico l dice.... li professore B scrive....» In conclusione, il luo libro, era, secondo lei, unii suciderìa. Vedi, eh? cos'hai fallo. No, che non è — oppose Alberlo con fuoco. Calma ! hai dalla tua la Sàlis. Appena la dottoressa finì, cominciò donna Claudia con una voce soave, sì che sarebbe stalo un peccalo il non ascoltarla. La ti difese da Paladino. E la vecchiaccia, a replicare agremente ; sul che, attaccarono lite, rimanendo ciascuna, com’è ben naturale, del suo proprio parere. Ma, allora, si ricordtìron di ine, chièsero il mio. Ed io risposi, che di quel libro avea visto il cartoni* e non più. « Io non leggo» aggiunsi «che librerìa vecchia, per risparmiar la fatica di tagliare le pàgine....» — V, Alberto : — Ne ho di belli e tagliati. Grazie. Esse mi domandarono poi, se sapevo alcunché delPautore del libro.... Guido Etcl- rèdii tornai adire di no. Om la marchesa cristianamente notò, ch’egli era, scommetterebbe la lesta, un libertine), un poco di buono.... «(iiii- (In Etelrcdi però» disse la Sàlis «non è che un nome di guerra ». Ma e come sa ? Per via, credo, di un suo librajo a I i- mize.... Tanl’è, proferì il tuo nome c cognome. I' figùrati io ! Io, che ti conobbi ciliegia ! Pigliai tosto a difènderti. E ti difesi col pìngerti. 1 issi di leT quello che avrei, un sècolo fà, dello di un santo....