Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/316

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E LVIRA Il <;ioriio fornirsi nella notte. ii la più slanca ora per tulli e la più insidiosa per quelli, in eui i nervi tiranneggiano i mùscoli. Già l’uomo cecie alla donna, la riflessione alla spontaneità. Tutti que’ sentimenti, sepolti lo stolto giorno in un tenore di vita odiato e nel sospettoso contatto coi nostri cosi-detti fratelli, risórgono, ciò che vi ha in noi di gentile, parla. Nò le carezze di questa ora tristissima son sconosciute ad alcuno, perchè tutti hanno in sò qualche - cosa di buono, e ne hanno, perchè a nessuno c negato di amare. li commerciante conta infine un minuto di felice oblio della sua doppia parlila : il filòsofo ridiventa uomo ; alza gli occhi dai libri, vòlgcli al cielo. Ed ecco l’ombra si stende in quella parte che gli sembrava chiarissima, dimessa da dove nulla vedeva. Titubano i suoi sistemi, sistemi dalla luciferesca pretesa di discoprire la chiave universale, si laboriosamente cercati, presuntuosamente espressi, molestamente scritti, di una dottrina, pura difficoltà, di una ditlicoltà, pura ostentazione, pasto futuro alle taciturne figliuole, e sente che un nonsochò scamperà sempre e poi sempre alla sua penna «l’oca, che il multiforme imprevedìbile caso regge la vita, non la sapienza, e capisce di nulla capire, o tanto, insomma, come il primo che passa. Difatti, non si sà bene che ([nello che s indovina. I d iov fuggendo la salaa dove una mesta ar¬