Pagina:Opere (Dossi) I.djvu/329

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296 PREFAZIONE bugia, chi veniva a contarci dell'incontro fatto con un vecchio barcajolo, il quale, fra un tuffo di remo e l’altro, gli avèa confidato i suoi bruciori amorosi di quarantanni addietro o narrata la storia di un sàlice che in riva al lago, piangeva su una romàntica urna, storia e bruciori che l’autore avèa nulla più che trascritti «a sfogo di quegli occhi gentili che amano il pianto»; chi c’informava della scoperta di un anònimo scartafaccio bucherellato dalle tarme e scompisciato dai topi, dal quale, a conforto dei buoni, a spavento de’ tristi, avèa cavata la sua narrazione, non aggiungendovi altro del suo - osservava modestamente — che i punti e le virgole. Senonchè, oggi, la moneta dell’umiltà, com- merciàbile ai tempi in cui Manzoni si affannava ad inargentare il suo oro, fu rilegata nei medaglieri ; oggi, tempi di metallo Christople e diamante francese,non corre che la sfacciatàggine. Se dunque tu hai, a cagione d’esempio, composta una nuova pólvere contro il prurito o fabricato, poniamo, un cavastivali più complicato di quanti mai sono, guardati dall'esitare sì l’uma che l’altro per quello che vàlgono ; strombazza invece che la tua invenzione ha rimesso la chi- mica sulle vere sue basi, che la meccànica ha fatto per tè un gigantesco progresso. Se hai stiticamente torlito qualche verso duro o bislacco, giullèbbacelo per la melodiosa eco, da tè ritrovata, della poesia greca o latina, annunciandoci insieme che, mercè tua, la letteratura è entrata nella sua, non so se quarta o quinta o sèttima rifioritura. Se poi non tieni nè in scienza nè in lèttere il mìnimo ingegno o sapere e neppure in polìtica — purtuttavìa non manchi di quella, dirèi, funzione morale, che ( è supposta in ogni uomo, ossìa l'onestà, piglia una dozzina di trombetti e tamburi, va in piaz¬